APPELLO A UN PIRATA DELLA STRADA
L'appello del Priore della Matrice al pirata della strada che ha travolto Giuseppe Vinci
Nel momento in cui un giovane 19enne è stato travolto e abbandonato sull’asfalto abbiamo chiesto a don Sandro, Priore della Chiesa Matrice di Fasano, di rivolgere un appello al pirata della strada, che ha provocato l’incidente

Fasano - «Caro fratello, sei scappato. E hai lasciato Peppe per terra, su quel grigio nastro d'asfalto improvvisamente arrossato dal suo sangue.
Cerco di capirti, non di giustificarti: hai avuto paura, ti sei lasciato prendere dal panico, hai pensato che fuggire fosse l'unica cosa da fare. La paura ha preso il sopravvento sulla pietà, sulla responsabilità, sul senso del dovere. Peccato! Se ti fossi fermato forse Peppe sarebbe morto lo stesso. Ma ti saresti salvato tu, che invece ora sei condannato all'ergastolo dal tuo senso di colpa. All'ergastolo quello vero: fine pena mai. Perché se il dolore ha rigato il cuore dei genitori di Peppe per sempre (e quella ferita potrà forse rimarginarsi un giorno, senza mai scomparire, affievolendo un poco l'urto della violenza che oggi li opprime), lo scrupolo renderà infelici tutti e singoli i passi della tua vita. So che non sembra il momento, ma vorrei spiegarti che la parola scrupolo deriva dal latino e significa “piccola pietra, pietruzza appuntita”. Ecco, i passi della tua vita saranno accompagnati da questa pietruzza appuntita che ti ricorderà ad ogni momento quel tuo gesto di omicida vigliaccheria.
Non so chi tu sia: potresti essere chiunque… Ma so che sei figlio di questa epoca nella quale manca la capacità di assumersi le proprie responsabilità. Mentre piangiamo Peppe, a Genova un ponte è crollato e, vedrai, alla fine non sarà responsabilità di nessuno. Non sappiamo ancora chi sono i veri responsabili delle stragi degli anni '70, di Ustica o dell'assassinio del giudice Borsellino… Ancora una etimologia: responsabilità, dal latino “respondere” (rispondere). Ti è mancata la capacità di rispondere al grido di Peppe. Ma ora che lui non può più gridare, sarà la tua coscienza ad urlarti dentro, disperatamente, quotidianamente.
Se ti fossi fermato forse Peppe sarebbe morto lo stesso. Ma ti saresti salvato tu! Fai ancora in tempo. Assumiti le tue responsabilità! Fai l'uomo! E chiedi perdono… Sei fortunato: stamattina la mamma di Peppe ha gridato davanti a tutti che ti perdona… Ma vuole capire, vuole sapere. Ne ha diritto. Così come tu hai il dovere di rispondere davanti alla società del tuo gesto.
Caro fratello, non ti parlo da giudice, ma da peccatore come te, pieno di scrupoli che attardano anche i miei passi: se ti assumerai le tue responsabilità insegnerai a tanti che, sì, si può sbagliare, si può avere paura, ma c'è sempre la possibilità di riscattarsi. Aiutaci a credere che è ancora possibile una società di responsabili!».
sac. Sandro Ramirez
di Redazione
18/08/2018 alle 18:56:16
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